Cosa ci piace della maglia? Sono tanti i lati positivi di quest'attività. Qualcuno riesce anche a trasformarlo in lavoro, fatto assolutamente positivo. Ma cosa invece non ci piace? Ce lo siamo mai chiesto?
A volte quel che è universalmente riconosciuto come hobby rilassante e benefico (qualcuno dice persino "knitting is the new yoga", che Patanjali li perdoni) ci crea invece piccoli attriti emozionali; succede quando l'approccio scivola sul confronto: ci sono gli esperti e ci sono i principianti, ed in mezzo quelli che non sanno bene dove piazzarsi; ci sono i maestri e gli allievi, e ci appaiono come categorie dai limiti invalicabili..
In realtà tutti noi siamo diversi, perché abbiamo esperienze diverse per quantità (anni) e qualità (progetti), quindi il confronto andrebbe ammorbidito: io ti posso insegnare qualcosa, e qualcos'altro puoi insegnare tu a me. E' questa la cosa più bella della maglia.
Pensare di non essere abbastanza bravi/veloci/pazienti/abili non ha senso. Se ho sempre fatto cappelli e non mi sono mai cimentata con i maglioni, è naturale che dovrò fare molta esperienza prima di sentirmi una novella Valentina Cosciani, ciò non toglie che il percorso non possa offrirmi piacere e soddisfazione... a tal proposito mi fanno anche un po' sorridere quelli che orgogliosamente pubblicano una foto sostenendo che per essere il primo maglione è venuto bene. Come fare a far capire loro che è venuto esattamente come doveva venire?
Non dico che succeda sempre, ma troppo spesso il confronto perde l'accezione di scambio ed assume quella di comparazione, e neanche ce ne rendiamo conto, eppure nel subconscio l'ansia da prestazione cresce e ci avvelena lentamente.
Ecco, vorrei che tutti noi amanti di questo meraviglioso mondo fossimo abbastanza onesti con noi stessi da ammettere di cadere sulla buccia di banana, di tanto in tanto.
Io ci cado, faccio giri pindarici e poi torno dolorosamente a terra; un momento di riflessione mi permette di percepire la soddisfazione di ciò che fanno le mie mani, consapevole di non poter essere brava in tutto, o di poter fare tutto quello che mi viene in mente.
Santosha, per dirla con lo yoga.
Buona maglia a tutti!
P.S. per rispondere alla domanda del titolo: no. Quest'affermazione presuppone che siano attività comparabili; ma la maglia è una nobilissima, utilissima, piacevolissima attività manuale, mentre lo yoga è una filosofia applicata. Per capirlo basterebbe praticarle (seriamente) entrambe.
A volte quel che è universalmente riconosciuto come hobby rilassante e benefico (qualcuno dice persino "knitting is the new yoga", che Patanjali li perdoni) ci crea invece piccoli attriti emozionali; succede quando l'approccio scivola sul confronto: ci sono gli esperti e ci sono i principianti, ed in mezzo quelli che non sanno bene dove piazzarsi; ci sono i maestri e gli allievi, e ci appaiono come categorie dai limiti invalicabili..
In realtà tutti noi siamo diversi, perché abbiamo esperienze diverse per quantità (anni) e qualità (progetti), quindi il confronto andrebbe ammorbidito: io ti posso insegnare qualcosa, e qualcos'altro puoi insegnare tu a me. E' questa la cosa più bella della maglia.
Pensare di non essere abbastanza bravi/veloci/pazienti/abili non ha senso. Se ho sempre fatto cappelli e non mi sono mai cimentata con i maglioni, è naturale che dovrò fare molta esperienza prima di sentirmi una novella Valentina Cosciani, ciò non toglie che il percorso non possa offrirmi piacere e soddisfazione... a tal proposito mi fanno anche un po' sorridere quelli che orgogliosamente pubblicano una foto sostenendo che per essere il primo maglione è venuto bene. Come fare a far capire loro che è venuto esattamente come doveva venire?
Non dico che succeda sempre, ma troppo spesso il confronto perde l'accezione di scambio ed assume quella di comparazione, e neanche ce ne rendiamo conto, eppure nel subconscio l'ansia da prestazione cresce e ci avvelena lentamente.
Ecco, vorrei che tutti noi amanti di questo meraviglioso mondo fossimo abbastanza onesti con noi stessi da ammettere di cadere sulla buccia di banana, di tanto in tanto.
Io ci cado, faccio giri pindarici e poi torno dolorosamente a terra; un momento di riflessione mi permette di percepire la soddisfazione di ciò che fanno le mie mani, consapevole di non poter essere brava in tutto, o di poter fare tutto quello che mi viene in mente.
Santosha, per dirla con lo yoga.
Buona maglia a tutti!
P.S. per rispondere alla domanda del titolo: no. Quest'affermazione presuppone che siano attività comparabili; ma la maglia è una nobilissima, utilissima, piacevolissima attività manuale, mentre lo yoga è una filosofia applicata. Per capirlo basterebbe praticarle (seriamente) entrambe.
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