Luglio

Bonaccia, calura,
per ovunque silenzio.
...
- Gabriele D'Annunzio

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Ho un'amica che d'estate non lavora a maglia, né all'uncinetto. Io, invece, pur soffrendo il caldo, non potrei mai rinunciare alla maglia neanche quando le temperature diventano insopportabili.
Ma capisco che le condizioni a contorno cambiano e che bisogna trovare soluzioni alternative.
Non è che mi sudino le mani, ma avere uno scialle o una maglia in grembo non è affatto piacevole. E la cosa non cambia se lavoro lana o cotone (anzi, trovo il cotone più pesante e meno traspirante!).
Per me la vera soluzione sono le calze: filato sottile, lavoro poco ingombrante.

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Luglio è il mese dedicato a Giulio Cesare. Prima del 44 a.C. il nome di questo mese era Quintilis (il quinto mese dell'anno secondo il calendario arcaico), ma dopo la morte di Cesare fu deciso di dedicare a lui tale mese (era il mese in cui era nato), su proposta del console Marco Aurelio. 
Iulius divenne col tempo Luglio.
Nel calendario moderno è il settimo mese, e quindi il sette è divenuto il numero simbolo del mese. Un numero sacro a cui la Bibbia fa molte allusioni, in quanto rappresenta il trionfo dello spirito sulla materia: un numero di potenza, virtù e beatitudine. Sette sono i cieli, Salomone costruì il tempio in sette anni, Dio il mondo in sette giorni, il candelabro ebraico ha sette bracci, il settimo anno, il sabbatico, è l'anno del riposo, nell'Apocalisse Gesù porta sette stelle nella mano, e l'agnello della vittoria ha sette corna... e via citando.

Ma in cosa consiste la "sacralità" di Luglio?
Secondo me, nell'abbondanza del raccolto. Quanta frutta! Fragole, ciliegie, albicocche, meloni, cocomeri, pesche... per non parlare dell'orto: pomodori, peperoni, cetrioli, fagiolini, piselli, melanzane, lattughe!
Non si può non notare l'ampiezza della scelta, non si può non esserne grati.
Certo, il caldo mi rende faticoso vivere. Di contro mi permette di cercare e godere di un angolino fresco dove lasciare che il primo pomeriggio trascorra pigro, lavorando un calzino e riflettendo sulla vita.

Meriggiare pallido e assorto
presso un rovente muro d'orto,
ascoltare tra i pruni e gli sterpi
schiocchi di merli, frusci di serpi
...
E andando nel sole che abbaglia
sentire con triste meraviglia 
com'è tutta la vita e il suo travaglio
in questo seguitare una muraglia
che ha in cima cocci aguzzi di bottiglia.
- Eugenio Montale

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