L'armadio minimalista

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Oggi guardavo il mio armadio e mi sono resa conto (con una certa soddisfazione, lo ammetto) che in due anni il suo aspetto è cambiato radicalmente. Circa due anni fa, infatti, ho cominciato ad organizzare i miei abiti seguendo due principi: colore e minimalismo.


Per quanto riguarda il primo, ho semplicemente cominciato a riflettere sui colori che mi stanno meglio addosso, cercando al contempo di scegliere una palette, ovvero una combinazione di colori che mi permettesse di abbinare i miei vestiti senza dover impazzire ogni mattino, senza la sensazione di non aver mai nulla da mettere addosso. In questo mi è servito molto leggere qualche libro sul colore e sull'armocromìa.

Inoltre ho cominciato a riflettere su stile e colore che mi piace veramente indossare (non sono mai stata una fanatica della moda, però apprezzo chi ha uno stile personale). 

Ad esempio mi sono chiesta: cosa mi piacerebbe davvero vestire d'estate? Non ho saputo rispondere subito, troppo condizionata da quello che ho sempre scelto per assecondare il mio fisico. Ma pian piano ho capito che mi piacciono i colori chiari ed i materiali leggeri come il lino, le  tasche e bottoni, lo stile un po' safari, le scollature ampie o a V, le camicie bianche. Perché quindi non assecondare questo stile? 

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Inoltre mi sono chiesta quali colori mi piacciono in maniera "attiva", nel senso che mi portano davvero emozione, al contrario di quelli che accetto per convenzione o perché li portano tutti. 
E mi sono resa conto che usavo il nero (e il grigio) in modo inconsapevole, come un passpartout quotidiano, senza averlo davvero scelto. Ma in realtà era bel lungi dall'apparire elegante come un tubino di Chanel o provocatore come una divisa punk. 
Guardavo la gente per strada e sentivo che troppo spesso, anche per loro, il nero ti porta sul baratro, sul limite oltre il quale il tuo vestire diventa sciatto. 
Forse questo vale per qualsiasi colore, eh! In ogni caso ho cominciato a percepire il nero come un pozzo senza fondo in cui affogare le emozioni. 
E ho finito per eliminare completamente nero e grigio dal mio armadio.

Ma la vera rivoluzione è stata l'applicazione dello stile minimalista ai miei vestiti, cominciata con il togliere tutto ciò che mi portavo dietro da anni - come una zavorra mentale - perché non si sa mai, un giorno potrei indossarlo. E togliere quello che non era compatibile con le scelte di colore che stavo sviluppando.

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Alcuni pensano che minimalismo significhi vivere da eremita, non possedendo nulla (tipo san Francesco che si spoglia in piazza, per liberarsi delle sue ricche vesti e indossare un ruvido saio) ma non è così: si tratta di "una concezione di vita dove si tende a possedere, a volere e fare solo quello che davvero è necessario, pertanto essenziale". Implica quindi una consapevolezza, una riflessione su ciò che si vuole davvero. Lo stile di vita minimalista è "un modo per allontanarsi dagli eccessi del consumismo, del materiale che si possiede, del disordine, dell'avere troppe cose futili che portano alla confusione", per concentrare le proprie energie sulle cose che danno senso e valore alla vita. Il virgolettato l'ho preso da Wikipedia, giusto per dire che non è una mia interpretazione.

Ed ecco che quelle due ante riservate ai vestiti della stagione si sono quasi svuotate. Prima non riuscivo a infilare la mano tra una gruccia e l'altra, oggi i vestiti hanno spazio e sono più facili da prendere e da scegliere - per non parlare del fatto che ora so dove mettere l'asse ed il ferro da stiro!!! 

Immagino che qualcuno possa pensare: ma mette sempre le stesse cose??? Certo, ma è quello che facciamo tutti, qualsiasi sia il volume del nostro guardaroba, a meno di non fare la modella di professione. 

E sinceramente sono molto più contenta del mio attuale armadio estivo, con soli due pantaloni lunghi, due pantaloncini, tre vestiti, una gonna, due camicie e qualche maglietta, rispetto a quello che avevo due anni fa.

Lavorando a maglia alacremente possedevo anche tantissimi capi (soprattutto invernali a dire il vero) prodotti da me. 

Anche quelli sono stati sottoposti al mio sguardo critico, e la gran parte sono sono stati regalati, ceduti, riciclati, ecc.

Nel guardaroba estivo attualmente c'è solo un capo a maglia ed uno scialle all'uncinetto. Ma presto il primo sarà affiancato dalla maglietta in lino attualmente sui ferri (un materiale che decisamente preferisco a quello elastico e pieno di viscosa che costituisce la vecchia maglietta). Ed è in arrivo anche un nuovo scialle estivo, questa volta a maglia e di colore diverso.

Ciò non significa che non continuerò a lavorare a maglia - non scherziamo! - ma sarò molto più attenta a scegliere cosa lavorare per me stessa, mentre altri capi prodotti andranno ad essere regalati o ceduti a chi ne ha bisogno.

Insomma, pian piano il minimalismo sta uscendo dall'armadio per conquistare nuovi spazi.



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