Same in, same out

Fernando Botero Picnic, 2001 Olio su tela

Sono sempre stata in sovrappeso, fin da bambina. Forse per questo motivo tutto ciò che concerne l'alimentazione esercita un grande fascino su di me: non solo diete e regimi alimentari (li ho provati tutti, credo), ma anche e soprattutto studi e corsi per capire come funziona la nutrizione, dal punto di vista psicologico ma soprattutto scientifico. Chissà, forse ho sempre cercato una risposta alla domanda: perché sono così?

Beh, non lo so perché sono così. Ma ultimamente ho cambiato il mio approccio al problema, mettendo in discussione alcuni principi fondamentali, generalmente accettati da tutti.

Di queste "leggende metropolitane" vorrei parlare, perché secondo me meritano maggiore attenzione e consapevolezza.

Solo una precisazione: non fornisco "fonti" per ciò che affermo, ma non riporto nulla che non sia stato scritto su un testo di biochimica o già affrontato da nutrizionisti italiani o stranieri, come ad esempio la dott.ssa Stefania Cazzavillan o il dott. Sten Ekberg.

Oggi parlerò del "same in, same out", ovvero per rimanere in equilibrio devi bruciare tutto quello che mangi. 

Come sappiamo il bilancio energetico è il bilancio tra energia introdotta (sotto forma di alimenti) ed energia spesa (per attività fisica e metabolismo) - ma questo principio non può essere applicato grossolanamente al nostro quotidiano! 

A grandi linee è anche vero, ma purtroppo l'organismo umano non funziona in maniera così lineare, perché intervengono altri fattori che fanno in modo che, anche in una situazione di dieta ipocalorica (con poche calorie), l'energia si accumuli come riserva di grasso invece di essere utilizzata. Succede ad esempio a molte donne dopo la menopausa, quando anche le più magre mettono su un po' di pancetta, a causa degli ormoni. 

Chi mangia poco ma non dimagrisce ne attribuisce la causa ad un fantomatico "metabolismo lento". Però seguire una dieta ipocalorica senza controllare gli zuccheri (semplici o complessi, non cambia nulla) significa non permettere all'organismo di sfruttare le riserve di grasso (e quindi dimagrire) perché la presenza di insulina (prodotta per abbassare i livelli di zucchero nel sangue) inibisce la lipolisi (la reazione che a partire dai grassi produce energia). 

E' questo il motivo per cui, se la situazione non è compromessa (ed il sovrappeso lieve), una semplice riduzione degli zuccheri nella propria dieta (evitare dolci, preferire i cereali integrali, mangiare più verdure) è sufficiente a migliorare il metabolismo.  

Concludendo: concedersi una fetta di torta pensando di bruciarne le calorie con una corsetta non è una buona idea; una volta mangiata la torta, il danno è fatto. 

Il ché non significa che le torte vanno bannate dalla propria vita, ma semplicemente che non è così che funziona. Poi, se e quando mangiarle è una scelta personale (e consapevole) influenzata da vari fattori come motivazione, stato fisiologico o psicologico, socialità, occasionalità, ecc.

Photo by American Heritage Chocolate on Unsplash  

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