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Sono diversi mesi, ormai, che ho intrapreso una nuova direzione per vivere con una maggiore consapevolezza di ciò che voglio realmente.
E questo significa che a poco a poco sto abbandonando tutto ciò che è superfluo o ridondante, abbracciando un minimalismo delle cose e della mente: ho snellito il mio armadio in maniera drastica, ho tolto tutti quei libri che avevo l'abitudine di conservare anche se poi non li ho mai degnati di una seconda lettura, ho dato via i mille elettrodomestici della cucina che usavo raramente, ecc. ecc.
Non è stato un atto solo fisico: ogni cosa che è uscita dalla mia vita è stata sottoposta ad una cernita ben ponderata: mi piace davvero? mi serve poco o tanto? posso farne a meno? La maggior parte delle risposte sono state di questo tenore: così, così - poco - ne ho fatto a meno per mesi o anni.
Il senso di liberazione è molto soddisfacente e m'induce a riflettere su quanto siamo attaccati agli oggetti, morbosamente attaccati ad essi, con l'errata percezione che ci permettano di ricordare persone o fatti del passato, oppure semplicemente che un giorno, in una remota eventualità, possano servirci... praticamente una zavorra fisica e mentale.
Naturalmente questo approccio riguarda tutti gli aspetti della mia vita, anche quella digitale. Quest'anno ho trasferito il mio podcast di maglia su YouTube, ma ho deciso di rallentare notevolmente le pubblicazioni per poter affrontare l'impegno che mi sono assegnata sempre con entusiasmo e senza troppe pressioni.
Pur restando iscritta a molti canali e continuando a seguire diversi account, ho disattivato moltissime notifiche e sottoscrizioni di newsletter, per non essere sollecitata da troppe informazioni, che finiscono per costituire solo un rumore di fondo.
E' necessario fare delle scelte.
Facebook è il regno del rumore. Informazioni poche, parole inutili tante, sciocchezze a vagonate... non che non ci sia, ogni tanto, qualcosa d'interessante, ma si perde nel mare magnum delle banalità. Ci entro sempre meno e mi fa fatica anche andare a controllare una volta al giorno.
E' da tanto che vorrei uscirne. Se fino ad ora non l'ho fatto è perché Facebook è una vetrina per il mio podcast e la mia attività di maglia. Ma non particolarmente efficace. Alla fine, quando vado a soppesare i pro e i contro dell'abbandonare Facebook, vincono i pro a mani basse.
Mi dispiace abbandonare chi mi segue e chi io stessa seguo, ma spero che comprendano che è proprio una scelta volta al vivere meglio, allo stare meglio e quindi avere maggior tempo per costruire rapporti migliori con le persone: avere tanti, troppi, "amici" su Facebook non mi serve e non mi piace.
Mi consola il pensiero che molti di coloro che seguo e che fanno parte del mondo della maglia sono anche su Instagram, che non ho intenzione di lasciare e che considero una sorta di backup dello stesso Facebook, un doppione meno impegnativo e con maggiori contenuti. Per ora, almeno!
Quindi continueremo a vederci e sentirci lì, oltre che su YouTube, naturalmente. A presto!
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