Digiuno intermittente, questo sconosciuto!

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Comincia a diventare una moda? Tutti ne parlano, ma pochi sanno a cosa serve veramente.

Persino certi "professionisti della salute" lo confondono con le diete ipocaloriche...

Tra l'altro i nutrizionisti dovrebbero ormai sapere le che diete ipocaloriche non funzionano: all'inizio perdi peso (soprattutto liquidi) ma inevitabilmente vai in stallo perché il tuo metabolismo ovviamente si adegua, e nel mentre tu muori di fame...

Ma allora perché il digiuno fa bene? 

Perché, ad esempio attiva la LIPOLISI (ovvero la combustione dei grassi) - solo a digiuno puoi bruciare il tuo stesso grasso: se non mangi il tuo intestino non assorbe zuccheri, quindi il tuo pancreas non secerne l'ormone insulina che ha la funzione di indirizzare lo zucchero verso le cellule che producono energia e verso il fegato che le trasforma in grassi da stivare nei tessuti come riserva. 

Finché in circolo c'è insulina l'organismo è in fase di stoccaggio e gli enzimi che servono a bruciare i grassi sono inibiti. Questa è biochimica di base. Solo dopo diverse ore dall'ultimo pasto l'organismo comincia a sentire l'esigenza di trovare fonti di energia alternative.

Un altro fattore, di cui però si discute ancora molto, perché dipende molto dallo stato di salute individuale, è l'AUTOFAGIA (pulizia cellulare), un processo di degradazione e riciclo delle componenti cellulari che avviene quando i nutrienti alimentari non sono disponibili. Il digiuno quindi purifica l'organismo dalle scorie cellulari inutili o nocive, e questo processo ha delle ripercussioni estremamente importanti anche sul cervello (vedi malattie come l'Alzheimer) e sullo stato di salute generale.

Cosa significa "digiuno intermittente"? Digiuno tra i pasti.

La prima elementare forma di digiuno è quella di non mangiare NULLA tra un pasto e l'altro, che dovrebbe essere una cosa normale... Fino agli anni 70 a nessun adulto sarebbe mai venuto in mente di fare uno SNACK o una MERENDA, oggi sono mini-pasti contemplati persino nelle diete che danno i nutrizionisti!!!

Considerando che dalla cena alla colazione riusciamo benissimo a sopravvivere ad un digiuno di 12 ore, questa è una seconda forma di digiuno: salti pranzo e digiuni 12 ore. Ma le formule sono parecchie (ci sono varie modalità di digiuno).

Digiunare è difficile? 

Dal punto di vista psicologico assolutamente sì, perché ci hanno sempre detto che la colazione è il pasto più importante della giornata, che se salti un pasto poi mangi troppo, che se non mangi ti senti debole, che il digiuno è roba per esaltati religiosi, ecc. Ovvio che con queste premesse riteniamo di non essere nemmeno in grado di farlo, e la frase "se non mangio sto male" è la più sentita, anche se chi la dice è molto probabile che neanche ci abbia provato.

E dal punto di vista fisiologico, cioè concretamente, a prescindere dai condizionamenti mentali? Sì, se si è abituati ad un regime alimentare a base di carboidrati, perché almeno all'inizio si andrà incontro ai cosiddetti cali di zucchero e agli attacchi di fame (l'organismo finisce gli zuccheri e ne vuole altri, perché non è abituato a ricorrere alle riserve). 

Ma assolutamente no se il proprio organismo sa già come ricorrere ai grassi come fonte energetica, ragione per cui è altamente consigliato adottare un regime alimentare low-carb (a basso contenuto di carboidrati) prima di intraprendere il digiuno vero e proprio.

Naturalmente se trovate un nutrizionista informato e preparato su tale argomento, questi potrà dare molti consigli utili in merito.

Per chi vuole approfondire, vi suggerisco un titolo (dove trovate anche le fonti agli studi scientifici):

- Guida completa al digiuno intermittente, Dr. Jason Fung, ed. Sangiovanni's

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