Perché ho smesso di mangiare "normale"

L'anno scorso, a fine marzo, ho deciso di provare un nuovo (per me) stile alimentare.

Devo essere sincera: inizialmente il mio scopo era quello di perdere peso, ma durante il percorso ho cambiato idea, e l'idea di perdere peso si è trasformata in qualcosa di molto più complesso.

Bimbetta cicciottella, adolescente robusta, giovane donna dalle forme giunoniche (sono anche alta), donna di mezza età al limite dell'obesità. Una vita a sbattermi tra il desiderio di indossare taglie "normali" e l'impossibilità di riuscire a raggiungere e mantenere un peso "normale" senza patire la fame.

Ho sviluppato una grande passione per la gastronomia che nel tempo si è trasformata in curiosità scientifica: ho seguito un corso universitario di scienza dell'alimentazione e uno di biochimica della nutrizione, ho cominciato a leggere i testi di alcuni ricercatori statunitensi e sono approdata alla dieta Paleo prima, e alla dieta Chetogenica dopo.

La dieta Chetogenica mi ha completamente conquistata proprio per le implicazioni scientifiche, ma ha fatto molto di più: ho capito che per tutta la mia vita ho mangiato seguendo uno stile alimentare "normale" che mi ha portato ad avere una serie di problemi di cui il sovrappeso è assolutamente il meno importante, soprattutto dopo i cinquant'anni. Ma dei miei problemi parlerò in un altro momento.

Seguire un regime chetogenico significa utilizzare i grassi invece degli zuccheri come fonte di energia, e quindi ridurre drasticamente i carboidrati: niente pane, pizza, biscotti, pasta, fette biscottate, patate, riso, cereali vari, frutta, alcool, e cibi industriali. Non è una dieta: è semplicemente mangiare in modo diverso.

Questo modo poco "normale" mi ha permesso di perdere circa 18 chili senza patire la fame, e di sentirmi estremamente energetica e sveglia, per non parlare del fatto che la mia salute metabolica ne ha giovato (glicemia, trigliceridi, pressione, ecc.).

A chi mi chiede: non ti manca la pasta? e la pizza??? Rispondo di no, non mi manca affatto.

So bene che questo mi rende "diversa". Direi un pochino asociale. Andiamo a farci una pizza? Burger e patate fritte? Una birra? Un gelato? Una fetta di torta? Ehm...

Ero appassionata di gastronomia, oggi cucinare non è una priorità. Insegnavo nei corsi per sommelier, oggi bevo pochissimo vino, e solo senza solfiti. Strana la vita, eh?

Cosa davvero mi manca? Il gelato al cioccolato. Una di quelle cose che non riesco ad assaggiare: devo proprio mangiarlo, anzi finirlo!!! Ma sono anni che ne faccio a meno, proprio perché so che ne sono particolarmente ghiotta... ovvero incapace di moderarmi: è più facile dire di no.

Eppure uno strappo, consapevole e ragionato, l'ho fatto: dopo più di un anno, per la prima volta sono uscita dallo stato di chetosi, infatti a Pasqua ho mangiato un tradizionale uovo di cioccolato. Intero! Solo io!! Ok, fondente, medio-piccolo e spalmato in 24 ore. Comunque abbastanza zuccheri per ricominciare a funzionare a zuccheri. Sono seguiti due giorni di sonnolenza, fiacca e bassi livelli di energia. Mai più.

Quindi... no, grazie, sto bene così. E non ho intenzione di tornare indietro.

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P.S. Non sono un medico nutrizionista ma basta informarsi per sapere che: 

1. il regime chetogenico prevede di mangiare pochi carboidrati (la maggior parte delle verdure hanno pochissimi carboidrati quindi possono essere mangiate in abbondanza), proteine animali (uova, formaggi, pesce, frutti di mare, carni) e una buona quota di grassi (burro, cibi grassi, ecc.) 

2. mangiare grassi non fa ingrassare, mangiare zuccheri sì

3. eliminare i cereali non reca alcun danno alla salute in quanto non esistono carboidrati essenziali, al contrario di quanto avviene con i grassi (acidi grassi essenziali) e con le proteine (amminoacidi essenziali).


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