Quindi, invece di continuare ad invitare la gente a limitarne il consumo, o addirittura a rinunciare alla carne, credo che sarebbe molto più opportuno chiedere una maggiore sostenibilità degli allevamenti: il problema, come recita il titolo, non è la mucca, ma come essa viene allevata (e non solo la mucca da carne, ma anche quella da latte, per inciso).
Ci chiediamo mai come viene allevato l'animale? Se ha trascorso tutta la sua vita in stalla? Se alla nascita è stato immediatamente separato dalla madre? Cosa ha mangiato nella sua vita? Se è stato trattato bene? Se ha trascorso l'ultimo anno chiuso in stalla a mangiare cereali per poter ingrassare e dare maggior profitto? Diciamoci la verità: se proprio non vogliamo fermarci al prezzo, ci limitiamo a controllare che sia stato allevato in Italia, e al massimo acquistiamo carne biologica, illudendoci che tale certificazione possa garantirci eticità, sostenibilità e qualità dei nutrienti.
Ciò che invece dovremmo chiedere (anzi pretendere) di sapere è se l'allevamento ha perseguito quei principi fondamentali che portano al benessere animale, ambientale e sì, anche umano.
"Grass fed" significa nutrito a erba. E' un'etichetta che identifica la carne di animali che hanno vissuto all'aria aperta, liberi di pascolare e nutrirsi in modo naturale. Sembra l'ennesima moda, eppure dovrebbe essere la normalità.
Il pascolo è sconosciuto ai più: la maggior parte degli allevamenti costringe gli animali all'immobilità e a nutrirsi di derivati da cereali e soia che in natura non sceglierebbero mai di mangiare,
Eppure il pascolo è fondamentale sia per il benessere animale, sia per la qualità del prodotto alimentare, sia per la sostenibilità ambientale. La carne che compriamo dal macellaio di fiducia viene dal pascolo o dalla stalla? Lo abbiamo mai chiesto?
Dal sito di Pascol:
"Con una adeguata proporzione tra numero di capi e terreno a disposizione si vanno a favorire alcuni processi importanti per l’ecosistema:
- vi è una forte spinta al rinnovamento del suolo e della flora a seguito del passaggio della mandria che si nutre di erbe, arbusti, essenze e piante che reperisce naturalmente;
- il suolo viene fertilizzato in modo naturale ed uniforme;
- vi è un maggiore e meglio distribuito assorbimento di carbonio biogenico contenuto naturalmente nella cellulosa dei vegetali."
La rigenerazione del suolo è una realtà poco conosciuta, ma esiste. E rientra nella cosiddetta agricoltura rigenerativa, che si basa sul principio che coltivazione e allevamento devono essere in armonia con la natura e con la comunità:
"l'agricoltura rigenerativa chiede ai coltivatori di guardare alla loro terra in modo olistico e di trattare il suolo, l'acqua, i raccolti, le persone e gli animali come elementi di un unico sistema connesso.
Al contrario, il sistema agricolo industriale che domina oggi le filiere alimentari occidentali incentiva le pratiche agricole che promuovono l'erosione del suolo a un tasso da 10 a 100 volte superiore al tasso di formazione del suolo; deflusso dei nutrienti e aumento della gravità delle proliferazioni algali dannose nei sistemi costieri e d'acqua dolce; e il crollo delle popolazioni di api in tutto il mondo.
Questa è l'eredità delle politiche agricole che mercificano le risorse naturali e si concentrano miopi sulla resa dei singoli raccolti."
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